giovedì 17 novembre 2011

REGOLAMENTO CPIA, IL MALUMORE DEI SINDACATI!

Il 4 Novembre scorso si è tenuto l’ennesimo incontro tra MIUR e Sindacati in tema di istruzione degli adulti.
Dai report delle varie organizzazioni sindacali, emerge il loro malcontento circa il ritardo che subisce l’approvazione del tanto agognato regolamento sui CPIA e sul fatto che non vi siano sostanziali nuove notizie in merito. In particolare, la CGIL denuncia il sospetto che tutto ciò stia subendo il fermo da parte del Ministero dell’Economia e Finanze (insomma è solo una questione di soldi che non ci sono).
Noi non siamo dello stesso avviso né con lo stesso malumore. Il fatto che non sia già avvenuto il salto nel buio e che non si sia già “buttato il bambino con l’acqua sporca” ci fa ancora sperare che alla fine possa vincere il buon senso.
Intanto, come si dice, sono cambiate le condizioni al contorno. Negli ultimi anni scolastici, ed in particolare all’inizio di quello in corso, le scuole serali hanno subito tagli nettissimi con decimazioni di classi ed eliminazione di interi corsi. Tutto ciò è avvenuto, è bene sottolinearlo, con l’inerzia e sotto il silente sguardo dei nostri cari Sindacati che, a voler pensar male, hanno quasi goduto magari pensando che dalle ceneri della scuola serale poteva finalmente nascere il grande CPIA!
Ora la situazione è tale che, fra classi soppresse e corsi chiusi, quelli che rimangono lavorano in condizioni di sovraffollamento (classi da quaranta alunni) con grave danno per la qualità.
Insomma, se l’istituzione dei CPIA doveva servire a razionalizzare il settore, possiamo dire che lo scopo è venuto meno! Abbiamo già razionalizzato! Abbiamo già dato!

A questo punto qualcuno, magari il Sindacato:
  • Ci dovrebbe spiegare perché il regolamento dei CPIA rappresenterebbe un miglioramento giacché prevede ulteriori riduzioni di ore, di classi e di corsi.
  • Ci dovrebbe dire come può l’introduzione dei percorsi individualizzati e di un sistema di crediti, in un contesto di classi precarie e personale ridotto, essere un vantaggio per gli utenti adulti, che verrebbero certamente abbandonati a se stessi mentre invece hanno bisogno di essere accompagnati per mano nel loro percorso di istruzione.
  • Ci dovrebbe spiegare quanto possa essere utile per un adulto, che oggi raggiunge un diploma di pari dignità di quello del diurno frequentando un vero ISTITUTO, la ghettizzazione in un CENTRO organizzato su basi ragionieristiche e di sicuro basso profilo.
Siccome, dalla bozza di regolamento che conosciamo, è difficile dare risposte convincenti, allora o non sanno cosa sono le scuole serali o sono in mala fede.
Noi riteniamo che si debba voltar pagina e che l’idea dei CPIA sia fallita prima di nascere. Se poi l’obiettivo é creare il solito carrozzone, all’italiana, in cui tutti si tuffano allegramente a sperperare denaro pubblico, allora diremo che il tempo del “piatto ricco mi ci ficco” é finito!
Auspichiamo che il nuovo Governo Monti sia dello stesso avviso e ne tragga le giuste conseguenze.

Nazzareno Corigliano

venerdì 2 settembre 2011

LA CGIL È L’UNICA AD AUSPICARE IL VARO DEL REGOLAMENTO SUI CPIA!

Vi linkiamo il seguente articolo in cui la FLC-CGIL lamenta l’inquietante ritardo per l’approvazione del regolamento sui CPIA.

Noi condividiamo pienamente l’analisi della situazione, la denuncia dello scempio che stanno subendo i corsi serali con rilevanti tagli di organici, soppressione di classi e di interi corsi e con il concreto pericolo di sgretolamento dell’intero settore. D’altra parte abbiamo smascherato e denunciato (vedi i precedenti articoli) molto prima i veri obiettivi del Tesoro!

Non riusciamo proprio a capire, però, perché la FLC-CGIL si ostina a chiedere il varo di un regolamento verso il quale loro stessi hanno “espresso critiche rilevanti” e tutti i deputati dell’opposizione presenti in Commissione Cultura della Camera votarono contro la sua approvazione adducendone validissimi motivi e presentando controproposte che lo stravolgevano.

La spiegazione che con l’approvazione di tanto osteggiato regolamento si sarebbe comunque “proceduto a dedicare una istituzione scolastica all’istruzione degli adulti che, successivamente avrebbe potuto essere migliorata e resa sempre più rispondente alle sue finalitànon ci soddisfa per niente perché riteniamo che proprio questo criterio di procedere in modo raffazzonato ed approssimativo, con provvedimenti che hanno bisogno di riforma subito dopo il varo, sia la peggiore caratteristica della nostra Classe Politica!

mercoledì 6 luglio 2011

DA FOGGIA A CAGLIARI ALL’UNISONO: LA SCUOLA SERALE PUBBLICA NON SI TOCCA!

I tempi sono maturi, la decisione è presa, si dia inizio allo scempio!

Sembrano essere queste le parola d’ordine con cui, come appare ormai evidente, si è cominciata la messa in liquidazione della Scuola Serale Pubblica.
La strategia appare chiara, il piano impietoso. Si è cominciato con le scuole serali di Foggia dove, grazie ad un dirigente provinciale compiacente, con la mancata assegnazione delle classi prime, seconde e terze (“per salvare le classi diurne” sig!) si è deciso di chiudere le scuole serali nel giro di due anni. A Cagliari è in atto la stessa strategia. In molte scuole serali, “dirigenti” senza scrupoli, ricorrendo in modo capzioso alla legge sul limite massimo delle assenze, non hanno scrutinato, nonostante i giudizi positivi nelle varie discipline, alunni lavoratori per i quali erano certamente da adottare deroghe, al solo scopo di ridurre le classi per portare ad esaurimento i corsi.
Tutto questo avviene senza preavviso, adesso, quando nelle scuole sono rimasti i docenti impegnati in Commissione d’Esame di Stato.
Tutto è, artatamente, posto in essere quando appare più probabile che possano passare in silenzio i drammi di coloro che hanno perso un anno per le assenze e non per le competenze; quelli che non troveranno la propria classe l’anno prossimo; quelli che saranno costretti ad abbandonare gli studi o a rivolgersi alle scuole private abbondantemente foraggiate (250 milioni di euro) dallo stesso Stato che piange miseria per il settore pubblico. Tutti costoro facciano pure ricorso legale chiedendo il diritto allo studio negato, chiedendo i danni morali e materiali, chiedendo GIUSTIZIA! (...a questo Stato?).
L’allarme della collega Maria Tattoli da Cerignola è che nella provincia di Foggia, fuori da ogni logica e buon senso, si sia deciso di tagliare tutti i corsi fino alle quarte classi adombrando l’illusione che la scuola serale continuerà nei CPIA (in costruzione).
Quello che sta accadendo rasenta l’incredibile: i nostri amministratori regionali e i funzionari del MIUR (provveditori e direttori regionali) , in perfetto sincronismo tra di loro ma in palese controtendenza alla normale prassi burocratico-amministrativa, stanno applicando la “riforma” dei CPIA prima ancora che il Parlamento e il Governo ne approvino il Regolamento; infatti, mentre i primi si affrettano a istituirne alcuni, i secondi, nel contempo, provvedono a prosciugarne la linfa vitale (la scuola serale pubblica).
Rivolgiamo ai fautori dei CPIA una domanda: se i CPIA sono destinati a sostituire la scuola serale perché quest’ultima, anziché essere falcidiata, non è fatta confluire nella stessa istituzione?
Non pecchiamo di presunzione se azzardiamo la risposta stante la sua ovvietà: quanto sta avvenendo, altro non è che lo svelamento della politica dei CPIA consistente nell’azzeramento sistematico della scuola serale e dei CTP territoriali al fine di rimpiazzarli con questa sorta di AGENZIA provinciale per l’ORIENTAMENTO all’istruzione degli adulti (leggasi CPIA) avente, tra l’altro, l’obiettivo di incanalare gli adulti-studenti verso mirati centri di formazione sia pubbliche sia private, ivi comprese le scuole professionali gestite dai sindacati, veri burattinai di questa iniziativa, che opereranno senza controllo in un settore (qual è l’istruzione permanente degli adulti) che promette di essere un mercato molto “interessante”.
Noi continuiamo a ribadire con forza, anche a rettifica di alcune affermazioni che mi vengono erroneamente attribuite in una recente intervista su Tiscali.it, che i CPIA rappresentano una soluzione FALLIMENTARE per l’istruzione degli adulti, fin dalle premesse così come sono state impostate nel Regolamento, per fortuna, non ancora approvato. Nulla di buono può venire da un’idea improntata solo al taglio e alla riduzione. Nulla di buono può venire da un sistema che all’atto pratico rischia solo di marginalizzare il settore dell’Istruzione degli Adulti che è oggi una dignitosa realtà di molte scuole d’Italia.
È importante impedire che questo scempio venga esteso a tutte le Regioni d’Italia. Occorre unire quanti sono disposti a difendere la scuola, vero emblema di una società civile e moderna, nei fatti e non solo a parole. La scuola è un bene pubblico inalienabile e non dismissibile.

Siamo con Maria Tattoli che difende a tutti i costi la dignità del suo lavoro!
Siamo con i colleghi di Cagliari e con tutti coloro che difendono la scuola serale pubblica!
Con loro gridiamo:
- LA SCUOLA SERALE PUBBLICA NON SI TOCCA! –

Nazzareno Corigliano

sabato 4 giugno 2011

GIU’ LE MANI DALLE SCUOLE SERALI DI FOGGIA!

La denuncia della collega Maria Tattoli da Cerignola e altre lettere di colleghi di corsi serali della provincia di Foggia che ci giungono in queste ore, smascherano un manovra in atto da parte del CSA di questa provincia tesa alla sostanziale messa in liquidazione della scuola serale pubblica. L’ordine infatti è quello di lasciare, per l’a.s. 2011/2012, in tutte le sedi di corso serale della provincia di Foggia solo le classi terminali nonostante la presenza di numerosissimi alunni che arrivati sino alla classe terza non potranno più continuare gli studi nella scuola pubblica.

La cosa più sconcertante sono le motivazioni così come ci vengono riportate dalla prof.ssa Tattoli, dopo un incontro avuto con il Dirigente del CSA di Foggia: “si è deciso di adottare questo criterio per non penalizzare i corsi antimeridiani, vista la necessità di tagliare 159 classi”.

Evidentemente il Dirigente del CSA di Foggia, stanco dei “tagli lineari” (un poco a tutti) ha optato per i “tagli radicali” decidendo di mirare solo alla scuola serale, nella sua ottica probabilmente inutile o non degna di esistere, decretandone, forse unico in Italia, la dismissione totale.

Non capiamo come questo “illuminato” Dirigente, preoccupato di non penalizzare la scuola antimeridiana non abbia intravisto tra i numerosi utenti dei corsi serali, così condannati alla rinuncia al loro sacrosanto diritto allo studio, delle persone meritevoli di attenzione da parte di uno Stato che deve scongiurare ogni forma di emarginazione sociale.

Questa perentoria decisione è, di fatto, una brutale escissione della scuola serale equiparata ad un cancro da estirpare.

Non ci fa una bella figura il CSA di Foggia la cui prima preoccupazione dovrebbe essere, invece, quella di prendersi cura delle proprie scuole rimuovendo gli ostacoli che ne limitano l’efficacia.
Dimentica il nostro CSA che la scuola serale di Cerignola, come tutte le scuole serali d’Italia, svolgono un ruolo essenziale nella lotta alla dispersione scolastica. Forse il CSA non sa che moltissimi giovani che frequentano la scuola del mattino l’abbandonano per cercare un lavoro (lasciamo indovinare al CSA i motivi) pensando di poter continuare gli studi alle scuole serali.

Questa decisione è uno schiaffo altisonante alle istanze di formazione permanente, integrazione/reintegrazione dei cittadini (anche stranieri), tanto decantate dall’Istituzione quanto calpestate nei fatti.
Viva la scuola creativa!

Alla prof.ssa Tattoli, con la quale concordiamo pienamente sul suo giudizio di incostituzionalità e illegalità in merito a tale provvedimento, vogliamo manifestare la nostra vicinanza e la nostra solidarietà oltre alla promessa che saremo al suo fianco per ogni iniziativa. Inoltre suggeriamo agli utenti della sua scuola, estromessi dal loro sacrosanto diritto allo studio, di unirsi e ricorrere alle vie legali contro il Dirigente del CSA di Foggia chiedendo i danni materiali e morali che tale provvedimento provocherà.

COMINCIAMO A RECUPERARE IL SENSO PROFONDO DELLO STATO DI DIRITTO IN QUESTO PAESE DOVE, DA UN PO’ DI TEMPO, IL PRIMO CHE SI ALZA LA MATTINA COMANDA!

mercoledì 1 giugno 2011

CERIGNOLA: GRAVISSIMO E DISCRIMINATORIO ATTACCO ALLA SCUOLA SERALE PUBBLICA!

DALLA COLLEGA TATTOLI DI CERIGNOLA RICEVIAMO E, VOLENTIERI MA ALLARMATI, PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE E-MAIL.

Gent.mo prof. Corigliano,

Sono la prof.ssa Maria Tattoli ed insegno da 25 anni presso il corso serale dell'IISS "A. Righi" di Cerignola, di cui mi occupo anche come fiduciaria del Dirigente scolastico. Il nostro corso è un ITIS con specializzazione in Informatica industriale ed ha ben 35 anni di vita.

Desidero segnalarle quanto segue.

Come tutti gli anni, abbiamo inoltrato al CSA di Foggia la nostra richiesta degli organici di diritto per l’a.s. 2011/2012, rispettando le indicazioni fornite dalle circolari su iscrizioni e organici.
Il 26 maggio sono stati pubblicati gli organici di diritto ed abbiamo avuto un'amara sorpresa: delle 6 classi richieste (una prima classe, organizzata come monoennio, una terza, due quarte e due quinte), ci hanno lasciato solo le classi quinte, a noi come all’ITC “Dante Alighieri” di Cerignola e a tutti gli altri corsi serali della provincia di Foggia (sembra con una sola eccezione, non si sa perché). Conclusione: per alcuni nostri alunni la scuola è finita, alla faccia del diritto allo studio, della tanto auspicata istruzione permanente, degli obiettivi europei di Lisbona.
Interpellato, il CSA di Foggia ha risposto asetticamente che si è deciso di adottare questo criterio per non penalizzare i corsi antimeridiani, vista la necessità di tagliare 159 classi (da noi si taglia perché c’è la crisi, ma alle scuola private continuano ad arrivare fondi). Va però detto che la circolare ministeriale sugli organici (n. 21 del 14/3/2011) ha sì invitato gli addetti ai lavori ad attivare iniziative volte al raggiungimento delle finalità di razionalizzazione e di contenimento della spesa, ma anche di porre in essere le azioni ritenute più funzionali e coerenti con i bisogni delle realtà territoriali, tenendo in debita considerazione le autonome scelte delle scuole, nel rispetto della qualità del servizio e dell’offerta formativa ed evitando situazioni di squilibrio e/o di svantaggio.
Sapevamo che sarebbe arrivato uno scempio dei serali per la fumosa e non ben definita riforma che tutti conosciamo, ma pensavamo che la cosa, guidata almeno da un minimo di buon senso, sarebbe stata fatta gradualmente e non a colpi di mannaia. Che fine faranno gli studenti in corso che l’anno prossimo non troveranno le classi? Ma poi, chi ha deciso il criterio con cui tagliare le famose 159 classi? Il CSA? La Direzione regionale? Il Ministro?
Abbiamo almeno diritto all’informazione, ad una spiegazione sensata, visto che la circolare sugli organici parlava chiaramente anche della possibilità di formulare, per il prossimo anno, classi iniziali dei corsi serali in presenza di almeno 25 alunni (noi ne abbiamo 28), per cui non sembrava che fosse preventivata la loro chiusura.
E’ appena il caso di segnalare che l’atto perpetrato nei confronti dei nostri corsi serali, oltre ad essere brutale nella modalità e proditorio per i tempi repentini (dalla sera alla mattina, all'ultimo istante della formazione degli organici di diritto, a ridosso dei trasferimenti e a conclusione dell’anno scolastico, così da rendere improbabile un’efficace difesa, gettando lo scompiglio tra operatori e fruitori del servizio) è palesemente:
- illegale, perché travalica i limiti della discrezionalità amministrativa nell'autorizzare o meno le classi richieste dai Dirigenti Scolastici; anzi contra-legem, cioè in aperta violazione delle disposizioni ministeriali.
- incostituzionale, perché lede non solo il diritto allo studio degli studenti-lavoratori che si accingono a intraprendere il percorso di studi, ma anche di quelli già frequentanti le prime tre classi e che, a metà percorso, si vedono negata la possibilità di proseguire. Un'operazione da regime totalitario, in cui ufficialmente ancora non siamo!
I corsi serali non sono diplomifici, gli studenti acquisiscono un titolo di studio, ma soprattutto maturano conoscenze e competenze vere e migliorano se stessi (lavoriamo molto anche sulla socializzazione e il senso civico). Per non parlare dell’azione sociale sul territorio: molti sono i giovanissimi ai quali i nostri corsi consentono di rientrare nel sistema formativo, dopo esserne usciti qualche anno prima per un insuccesso o per rinuncia.
Vogliono toglierci l’ennesimo diritto, che ci lede nella nostra individualità di persone ma anche come risorsa al servizio della società.
Non intendiamo permetterlo.
Sto contattando corsi serali di tutta Italia e mi è parso di capire (ma non ne ho la certezza) che questo abuso riguarda solo la nostra provincia.
Le chiedo, se è possibile, di dare massima diffusione a questa notizia, anche attraverso il suo blog.
Grazie molte per l'attenzione e cordiali saluti.
Maria Tattoli

lunedì 9 maggio 2011

LETTERA DI UN COLLEGA!

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo l’e-mail inviataci dal prof. Lucio Biekar, coordinatore dei Corsi Serali dell’Istituto "Carli" di Trieste:
Gentile Presidente, sono il prof. Lucio Biekar e sono il coordinatore dei Corsi Serali del Carli di Trieste. La nostra Scuola Serale è la maggiore di gran lunga di tutto il Friuli Venezia Giulia con 300 iscritti all’anno e tra i 50 ed i 60 diplomati, con medie lusinghiere, attorno al 73/74 all’Esame di Stato. Già da due anni la Scuola di cui facevamo parte è stata smembrata ed accorpata ad altro Istituto per far posto, così ci hanno detto, ad una nuova autonomia che si sarebbe occupata dell’Istruzione degli Adulti, autonomia a noi affidata in quanto scuola leader non solo in città. E già da due anni il sottoscritto assieme a Dirigenti, Coordinatori ed Ispettori Ministeriali partecipa ai Convegni regionali istituiti per strutturare nei dettagli il futuro, all’interno delle linee della Riforma. E’ da tempo nota la feroce battaglia che i CTP conducono per scippare il biennio alle serali e trovare linfa di iscrizioni, non è chiaro con quali titoli trattandosi di Scuola Superiore. La stessa stesura del Regolamento con due ambigui bienni lascia aperta la porta alle peggiori ipotesi. Dal mio punto di vista l’istituzione dei Centri come unica Scuola rendeva inutile ogni polemica. Leggo solo ora la notizia sul suo sito della probabile divisione tra biennio e triennio con quest’ultimo lasciato alle scuole di appartenenza. In pratica si lascia tutto come prima salvo portar via il biennio alle Superiori per affidarlo ai CTP. Ma non solo. Noi qui abbiamo già programmi e progetti per costruire una Scuola unica assieme a tutte le altre realtà del territorio, fondendo corsi e insegnamenti nell’unica Scuola in modo da garantire, probabilmente addirittura risparmiando, una molteplicità di offerte formative ora impensabili fintantoché le Scuole che le fornirebbero sono divise. In parole semplici se ho due corsi asfittici per iscrizioni in due Scuole separate, agendo sulle discipline comuni, posso mantenerli entrambi se parte della stessa Scuola. La forza e l’idea base della Riforma doveva essere quella di unire tante piccole forze. Da quanto sento invece le già piccole forze verrebbero ulteriormente divise con il risultato di rendere impraticabili i Corsi Serali. Noi, forti dei nostri numeri, siamo tra le poche scuole a vantare un organico di diritto riservato e sufficientemente solido e radicato, portatore di una consolidata professionalità, mentre le altre Scuole Serali della provincia sono minime appendici dei Corsi diurni dove si mandano insegnanti in esubero. Tutto questo verrebbe rimesso a nuovo con un solido Centro unico ma tutto questo verrebbe messo in discussione da queste ridicole notizie che sembrano un assalto alla Diligenza di una Riforma tutto sommato positiva, assalto che mette in pericolo le idee stesse di base per piccoli interessi di bottega. Sempre in parole povere, con un biennio in meno che fine farebbero gli organici di diritto della Serale? Ed esisterebbero ancora poi? E’ perciò straordinario sentire i commenti positivi sul vostro sito di fronte a decisioni di così corto respiro e di così miope visuale. Addirittura si parla di saggezza. A mio parere la risposta del Ministero è relativa ad un periodo di transizione iniziale, almeno spero che sia così, in caso contrario sarebbe opportuno che tutti gli attori di questa vicenda aprano gli occhi e non solo sul problema dei tagli e dei soldi ma sull’opportunità che deve venir data seriamente agli adulti. Fa specie inoltre che dell’educazione degli adulti si occupino, e solo in modo marginale, i Sindacati della Scuola, mentre dei Corsi per lavoratori dovrebbero essere un impegno delle OO SS di tutti i lavoratori, ma questo temo sia un altro discorso anche se la miopia centra sempre. Con i miei migliori saluti, mi ritenga comunque a disposizione per contributi di qualunque tipo dagli studi di settore a proposte di regolamento ad osservazioni e contributi al dibattito in atto.

Successivamente, il prof. Biekar ci ha inviato le seguenti ulteriori precisazioni:

L'organizzazione del Centro. A mio parere non è possibile che non sia centralizzata, ferma restando la possibilità e, dal punto di vista laboratoriale, la necessità di delocalizzare sul territorio le attività. Il cuore della Riforma è infatti la possibilità agendo sui moduli di mettere assieme per certi insegnamenti comuni studenti di corsi di tutti i tipi; il risparmio negli insegnamenti di questo tipo si riflette in positivo nella possibilità di utilizzare i fondi risparmiati per insegnamenti di settore, anche con un numero basso di studenti, possibilità che ad oggi è negata dalle normative sui limiti di iscrizioni per singole Scuole. Ciò comporterebbe la possibilità di mantenere un arco più ampio di opportunità per lo studente ed in ultima analisi un probabile aumento degli iscritti ed in definitiva di risultati in termini di educazione degli adulti. Sento le lamentele dei docenti delle materie comuni che avrebbero meno corsi a disposizione, ma si rifletta che questa struttura crea situazioni che altrimenti non esisterebbero. Se è l'obbiettivo del Governo di recuperare posizioni sull'educazione degli adulti, è un obbiettivo perseguibile nei termini anzidetti, diventa irrealizzabile con la paventata separazione biennio/ triennio e con l'indebolimento in termini di iscrizioni e di organici dei Corsi Serali. La delocalizzazione può essere attuata ovviamente attraverso convenzioni mirate con gli Istituti scolastici sul territorio, convenzioni su due direttrici. La prima obbligata per l'uso dei laboratori specifici alla cui frequenza potrebbero essere dedicate giornate specifiche nella Scuola che ne dispone. In questo caso verrebbero organizzate giornate di sole materie comuni nella scuola di riferimento e giornate laboratoriali sparse negli Istituti convenzionati. Secondariamente, in realtà dal territorio esteso, sarebbe possibile creare una delocalizzazione anche delle giornate comuni suddividendole tra Scuola Polo ed Istituti convenzionati. E' inoltre possibile prevedere la costituzione di corsi integralmente online per tutti i lavoratori che non possono garantire la frequenza (residenza in zone troppo lontane, problemi di famiglia che non consentono di allontanarsi da casa, lavoro a turni) Il tutto può uscire solo su Scuole dai grandi numeri. E' però evidente che strategie e management devono essere unici, come unici devono essere soprattutto gli organici. Si tratta come detto di una visione che va nel verso dell'ottenimento di risultati nell'interesse del Paese e dei lavoratori, non certo nella difesa di interessi di settore.

RISPOSTA:

Il prof. Lucio Biekar, che nella sua premessa dichiara la posizione di forza del suo Istituto nel settore dei Corsi Serali mentre in un altro periodo sostiene che tutti gli altri Corsi Serali della sua provincia sono “minime appendici dei Corsi diurni dove si mandano insegnanti in esubero” e quindi ha di fatto avviato un CPIA centralizzatore in assenza di un regolamento di riferimento, merita una risposta puntuale ad alcuni suoi asserti che evidenziano una visione tanto ottimistica quanto superficiale della vicenda.
Innanzi tutto non è vero che “da tempo, i CTP conducono una feroce battaglia per scippare il biennio alle serali”. La realtà dei CTP è molto più complessa e diversificata sul territorio nazionale. Solo alcuni CTP del nord (es. Torino) sono una realtà “agguerrita” che hanno fortemente voluto i CPIA proponendo per essi i famigerati percorsi POLIS e puntando a tutta la scuola serale e non ai soli bienni. Noi abbiamo sempre criticato tali proposte dequalificanti. In altre realtà i CTP sono molto meno rappresentati sul territorio e per lo più collaborano in rete con gli Istituti Superiori dotati di Corsi Serali rimanendo ciascuno nel proprio ambito. Queste diverse realtà già sono per noi un primo problema nel passaggio alla gestione comune di un CPIA poiché diversi interessi settoriali potrebbero portare ad una non uniforme qualità della Istruzione degli Adulti. Riguardo al fatto che, secondo il prof. Biekar, avremmo definito saggio l’estirpazione dei bienni dai Corsi Serali, si tratta di un’osservazione che non possiamo accettare poiché è un’interpretazione che stravolge il nostro pensiero e il cardine della nostra lotta. Noi siamo CONTRARI AI CPIA e all’idea di scippare i Corsi Serali agli attuali Istituti. A leggere attentamente quanto avevamo scritto (articolo IL MIUR RISPONDE!) noi ritenevamo e riteniamo saggia la decisione di lasciare sia i trienni che i bienni nelle loro attuali sedi tanto che proponevamo, al limite, i CPIA ma senza i Corsi Serali. Quindi ribadiamo di essere in accordo con il prof Biekar nel ritenere insano separare i bienni dai trienni ma non concordiamo nel volerli estinguere buttandoli “virtualmente” in un CPIA.
Successivamente, il nostro interlocutore, vuol convincerci sulle cifre di un congruo aumento dell’offerta formativa grazie ai CPIA e sull’efficace accorpamento degli iscritti per le materie comuni e allo smembramento con trasferimento, nella giornata laboratoriale, per le materie professionalizzanti con possibilità, secondariamente, di prevedere anche dislocazioni per le materie comuni. Quindi, ci viene da osservare che, i CPIA potrebbero diventare CSA cioè Centro Smistamento Alunni. E ancora il prof. Biekar ci promette che con tali manipolazioni si avrebbero risparmi che, lui garantisce (non si capisce in base a quale contesto normativo) verrebbero reinvestiti nel settore consentendo possibilità diversamente insostenibili. Tutte quantità, cifre, risparmi, ottimizzazioni, non scorgiamo mai la parola qualità. Siamo convinti che la Qualità dell’Istruzione degli Adulti il prof. Biekar la ritiene implicita nella sua osannata organizzazione dei CPIA, ma è proprio su questo che noi nutriamo fortissimi dubbi e scorgiamo invece preoccupati la progressiva dismissione del servizio.

1 Ricordiamo al prof. Biekar che quella che lui definisce “Riforma tutto sommato positiva” è partita con un comma, quasi invisibile, di una legge finanziaria a dimostrazione chiara che l’obiettivo primario era il risparmio di spesa pubblica incidendo su un settore debole e indifeso apparentemente lontano, come egli stesso sostiene, persino dagli interessi delle OO.SS.
2 In ogni altro dispositivo normativo successivo, sia già in vigore che in via di approvazione, si pone ossessivamente l’accento sui TAGLI, di ore, di cattedre e di sedi; mentre in nessuno di essi si specifica che il conseguente risparmio sia da reinvestire nel settore, come dà per scontato invece il prof Biekar.
3 Riteniamo che la massima efficienza didattica e quindi la migliore qualità la possa offrire una scuola che abbia, al suo interno, una completezza di risorse in uomini e mezzi. La precarizzazione degli uni o degli atri non può che peggiorare la qualità dell’istruzione e favorire l’insuccesso con conseguente dilatazione dei tempi ma a danno degli studenti.
4 Consideriamo di qualità un’istruzione unitaria che non faccia distinzione d’importanza tra materie umanistiche e tecniche e offra a pari livello materie “comuni” e “non comuni”. L’accorpamento di classi per le materie comuni crea di fatto maggiori difficoltà d’apprendimento di tali discipline rilegandole alla lunga a ruoli marginali e di secondaria importanza. Situazione, per altro, auspicata da quanti propugnano l’opportunità di avere per gli adulti un’istruzione “più leggera e pragmatica” e “priva di fronzoli”. Diciamo per questo che noi dovremmo essere invece favorevoli all’arricchimento e non all’impoverimento culturale.

Con ciò, non vogliamo disconoscere il fatto che il settore abbia bisogno effettivamente di un riordino. Semplicemente non crediamo che la strada dei CPIA sia quella giusta e anzi la vediamo tortuosa e di incerto approdo (a meno che non si voglia fare dei CPIA dei luoghi per la promozione e diffusione delle offerte formative delle scuole serali pubbliche, per il riorientamento professionale dei cittadini e per l’integrazione/orientamento degli stranieri che desiderassero intraprendere un corso di studi). Noi abbiamo fatto le nostre proposte e molte altre siamo in grado di fare per migliorare sicuramente il settore nell’interesse dell’utenza e dello Stato. Infine vogliamo dire al prof. Biekar, a cui riconosciamo senza alcun dubbio passione ed onestà intellettuale e con cui vogliamo continuare un proficuo dibattito, che fanno ormai parte consolidata della nostra esperienza la molteplicità di riforme, nel nostro paese, promettenti al varo e poi disattese e fallimentari nella pratica. La scuola, in particolare, è stata subissata di riforme, controriforme e riforme delle riforme, ma sempre a costo zero o con obiettivo tagli. Ciò non è serio e, temiamo, nulla di buono ci aspetti per una “riforma” dell’Istruzione degli Adulti che già in partenza non è per niente limpida né chiara.
La situazione non ci consente facili entusiasmi!

prof. Nazzareno Corigliano

domenica 20 febbraio 2011

IL MIUR RISPONDE!

Vi informiamo che in data 11/02/2011 si è tenuto l’incontro tra MIUR e Sindacati così come da questi richiesto allo scopo di ottenere informazioni dettagliate sull’iter del regolamento riguardante il varo dei CPIA.
Ecco le anticipazioni sulle principali modifiche apportate al regolamento così come ci sono state riferite direttamente dalla segreteria dello SNALS:
è previsto l’avvio dei CPIA a partire dall’anno scolastico 2011/2012, e comunque entro l’a.s. 2012/2013;
• l’offerta formativa dei Centri è estesa al liceo artistico e, con specifici accordi di rete, agli altri percorsi liceali;
• sarà prevista la possibilità, per gli adulti stranieri, anche se forniti di titoli di studio, di iscrizione ai corsi “di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana” istituti presso i centri;
• saranno attivate specifiche iniziative di formazione e aggiornamento per tutto il personale dei centri (dirigenti scolastici, docenti ed ATA).
E’ stato ridefinito l’orario complessivo obbligatorio:
- per i percorsi di 1° livello, II periodo didattico, 70% dell’orario previsto dai corrispondenti ordinamenti delle singole aree di indirizzo degli istituti tecnici e professionali;
- per i percorsi di 2° livello, I periodo didattico, 50% di quello previsto dall’ordinamento per i corsi delle singole aree di indirizzo degli istituti tecnici e professionali;
- per i percorsi di 2° livello, II e III periodo didattico, 70% di quello previsto dall’ordinamento delle singole aree di indirizzo degli istituti tecnici e professionali.
• Inoltre i rappresentanti del MIUR hanno chiarito che le 75 autonomie già istituite per i CPIA saranno numericamente salvaguardate e alle stesse saranno aggiunte, compatibilmente con la situazione esistente, ulteriori istituzioni; hanno chiarito, altresì, che il triennio professionalizzante del serale rimarrà incardinato negli attuali istituti, con la struttura esistente negli attuali istituti di istruzione secondaria di II grado, ma il personale sarà sottoposto ad un coordinamento generale dei CPIA.
Il comunicato pervenutoci dallo SNALS mette poi in rilievo le osservazioni e le richieste fatte da questo sindacato:
1. prevedere, specialmente nei territori provinciali vasti o in zone particolarmente disagiate o con difficoltà di collegamento, l’istituzione di più centri, opportunamente articolati sul territorio, che possano fruire di risorse umane, finanziarie e strutturali adeguate a sostenere l’offerta educativa complessiva, occorrendo un adeguato potenziamento strutturale dell’istruzione degli adulti che non merita una politica di tagli.
2. garantire, con il conferimento della titolarità sui CPIA, un utilizzo del personale in un ambito territoriale ragionevolmente limitato e opportunamente definito, a salvaguardia di tale personale e della possibilità di svolgere proficuamente la propria attività di servizio in condizioni adeguate e con le necessarie tutele;
oltre ad aver espresso preoccupazione in merito all’orario complessivo che determinerà un depauperamento rispetto ai posti attualmente in organico nei CTP e nei corsi serali della secondaria di II grado.
Sempre secondo il comunicato: i rappresentanti del MIUR hanno evidenziato che nelle province ampie, potrà essere ipotizzata e mantenuta l’istituzione di più di un Centro, e che comunque potrebbero essere apportate ulteriori modifiche al testo, prima che lo stesso diventi definitivo.
Anche sul sito della FLC CGIL è apparso un resoconto sullo stesso incontro dal titolo:
Regolamento CPIA: dal MIUR anticipazioni sulla nuova bozza” in tale comunicato si conclude pessimisticamente affermando che:
- da un lato manca un quadro di riferimento complessivo sull’educazione degli adulti
- dall’altro si pretende di istituire l’istruzione degli adulti senza risorse né un assetto ordinamentale adeguati.
Non solo, ma data la pervicace determinazione a continuare i tagli dell’organico, il segmento dell’istruzione per gli adulti continuerà a subire ulteriori forti tentativi di erosione.
Inoltre si promette che: La FLC CGIL, anche attraverso iniziative unitarie, continuerà a rivendicare in ogni sede competente una istruzione degli adulti di qualità.

Ed ecco alcune nostre proposte concrete.

Noi accogliamo favorevolmente l’idea di lasciare i trienni professionalizzanti dei serali incardinati negli attuali istituti, è una decisione saggia che sarebbe ancora più saggia se, come noi proponiamo, si lasciassero anche i bienni incardinati negli stessi istituti viste le loro specificità e gli ovvi legami con i trienni, affidando ai CPIA, oltre alla gestione dei CTP (che verrebbero così stabilizzati), compiti di agenzia capace di indirizzare, monitorare e promuovere sul territorio l’istruzione degli adulti. In tal senso verrebbe giustificata e sarebbe addirittura necessaria un’azione di coordinamento dei CPIA sul personale dei corsi serali. Vorremmo, però, massima chiarezza sull’autonomia dei trienni “incardinati” e sulla possibilità di continuare a raccogliere autonomamente le iscrizioni.

Consentire agli stranieri, già in possesso di un titolo di studio, di poter frequentare i corsi di alfabetizzazione nella lingua italiana è un piccolo passo avanti rispetto alla nostra richiesta di eliminare il divieto di iscrizione a chi è già in possesso di un altro titolo di studio. Questo sia perché non comporta sostanziali oneri, sia perché lo Stato deve favorire i processi di riqualificazione ed infine perché, secondo la nostra esperienza, la presenza in classe di persone già diplomate facilita enormemente il lavoro didattico.

La riduzione delle ore obbligatorie al 70% di quelle del diurno pensata quando i quadri orario prevedevano 36 ore settimanali risultano oggi fortemente penalizzanti dopo la riduzione a 32 ore settimanali voluti dalla riforma. Chiediamo che la percentuale venga riconsiderata in aumento poiché sarebbe difficilissimo garantire qualità con solo 23 ore settimanali.

Infine non possiamo non accogliere favorevolmente tutte le osservazioni, perplessità e proposte avanzate dalle Organizzazioni Sindacali, anzi diciamo meglio tardi che mai! Vogliamo però che i Sindacati siano più incisivi e determinati nella difesa di utenti e lavoratori delle scuole serali, meno rassegnati alla logica dei tagli perché parliamo di un settore minimo della scuola già in ristrettezze di risorse che ogni ulteriore taglio recherebbe grave danno agli utenti senza alcun vantaggio reale per la spesa pubblica!

giovedì 3 febbraio 2011

I SINDACATI SI INTERROGANO!

Mentre nel precedente articolo abbiamo dato la notizia di un probabile rinvio di un anno del varo del regolamento, la CGIL si chiede: “Che fine ha fatto il regolamento sui CPIA?”. E, in data 01/02/2011, con UIL Scuola, CISL Scuola e SNALS, ha chiesto un incontro urgente al MIUR per ottenere informazioni dettagliate sull’iter del regolamento.
Intanto il giorno dopo, 02/02/2011, è avvenuto un incontro al MIUR sugli organici per il prossimo anno scolastico, come si può leggere sul sito della GILDA DEGLI INSEGNANTI, durante il quale il dott. Chiappetta ha comunicato alle OO.SS. che l´organico di fatto per il corrente anno scolastico non ha raggiunto il tetto previsto per circa 7200 docenti impedendo quindi di conseguire totalmente gli obiettivi di risparmio previsti nell’ articolo 64 della Legge 133 del 2008. Per la realizzazione dei risparmi di organico si è quindi parlato di tagli di 3000 posti nei corsi serali della secondaria di II grado.
Non è vero che “i Centri nasceranno senza tagli del personale” come si era detto al precedente incontro!
Siamo convinti, e continuiamo a credere, che la strada scelta dal MIUR, e supportata dalle predette organizzazioni sindacali, sia quella della dismissione del servizio!
Il nostro è un Paese dove sono possibili riduzioni di spesa ai danni del cittadino con la chiusura dei corsi serali, anziché l’abolizione di enti inutili veri dissipatori di risorse … ma sicure poltrone per i nostri politici!

venerdì 28 gennaio 2011

EMANAZIONE DEL REGOLAMENTO RINVIATA DI UN ANNO!

Riportiamo, quel che ci interessa maggiormente, del resoconto pubblicato dalla GILDA DEGLI INSEGNANTI del primo incontro tra il MIUR e i sindacati, sugli organici per il 2011/2012, avvenuto il 21 gennaio 2011.
Per quanto riguarda l'Istruzione degli Adulti, certamente sarà rinviata di un anno l'emanazione del relativo Regolamento, mentre entreranno in funzione i C.P.I.A. ai cui Dirigenti sarà affidata la supervisione sui trienni dei Corsi Serali che continueranno a funzionare presso gli attuali Istituti Superiori, per non disperdere il patrimonio tecnico-laboratoriale e di competenze in loro possesso. Tali Centri non saranno, in nessun caso, costituiti nell'ottica del taglio delle risorse di personale, di cui si intende conservare interamente il patrimonio professionale.

Quindi i C.P.I.A. nasceranno senza regolamento!?

In quali termini si eserciterà questa “supervisione” sui trienni di cui non sentivamo certo il bisogno?

Forse i Centri nasceranno senza tagli del personale, ma la condanna a morte dei Corsi Serali e la forte riduzione di ore prevista nel regolamento rinviato, non produrrà forti tagli e depauperamento del patrimonio professionale già dall'anno dopo?

Molte sono le domande che ci affliggono!

Nessuno ci toglie ancora dalla testa che la strada scelta per migliorare il servizio pubblico dell'Istruzione degli Adulti non può che portare alla dequalificazione del servizio stesso!

martedì 4 gennaio 2011

DELLA CONOSCENZA COME FATTO BUROCRATICO, OVVERO IL DM DEL 4 GIUGNO 2010

Se il 2010 si è concluso in una baraonda generale, il nuovo anno non è iniziato tanto bene per la Scuola italiana.
Da oggi, 4 gennaio 2011, entra in vigore il Decreto del Ministero dell'Interno del 4 giugno 2010 riguardante le modalità di svolgimento del test di conoscenza della Lingua italiana da parte degli immigrati di lungo soggiorno.
Possiamo ripetere il mantra della grande crisi che ha prodotto tagli lineari, indiscriminati, alla cultura, sui costumi culturali, sulla scuola, sull'università, eccetera... ma in questo scenario di perdite su tutti i fronti se c'è qualcosa che tiene sul piano internazionale è proprio la Lingua italiana.
Una delle lingue più studiate al mondo (1), quella di Dante, Galileo... del Melodramma ... a dispetto dello sfascio che caratterizza il nostro tempo, continua a vivere di luce propria con una rendita intangibile che è rappresentata da una dimensione storica, culturale, intellettuale. Nonostante ciò, quasi sei mesi fa, alcuni burocrati ministeriali hanno sfregiato il nostro patrimonio linguistico con un decretuccio che dovrebbe normare il sistema per la valutazione della conoscenza della Lingua italiana da parte degli immigrati di lungo soggiorno.
Il predetto decretuccio conferisce ai Centri Territoriali per gli Adulti (d'ora in poi CTP) - che, è utile rammentare, a breve saranno ridimensionati ad uno per ogni provincia - l'onere di attestare la conoscenza di livello A2 in riferimento al quadro comunitario della Lingua italiana da parte degli immigrati a seguito del superamento di un test (strutturato o semistrutturato?). Quest'ultimo, tra l'altro, dovrà servire per valutare sia lo scritto che l'interazione orale.
Siamo ormai alla frutta, ahinoi! La mancanza di "politica alta", purtroppo, lascia spazio a funzionari soverchiatori che, per esempio, quando si trovano di fronte a certe situazioni, pur non avendo competenze e con la presunzione di non voler ricorrere a chi magari le possiede, pensano di trovare una brillante soluzione ricorrendo ad un test di conoscenza della Lingua italiana che si fa come quando si prende la patente per un veicolo - con le crocette tanto per intenderci - e successivamente ne approntano il disposto normativo che diventa poi Legge dello Stato.
E' insopportabile che la norma attribuisca il monopolio delle certificazioni solo ai CTP, come se nell'ambito del sistema educativo e dell'istruzione, pubblico e privato, o nel terzo settore, non ci fossero altri organi e attori competenti in materia.
E' inaudito, e non qualificante, che i test vengano strutturati sulla base di un sillabo, in maniera autonoma da parte di ciascun CTP, senza monitoraggio costante, senza controlli, senza alcun coordinamento fra tutti i CTP certificatori.
E' davvero grave che venga data la possibilità di svolgere a Trento un test diverso da quello svolto ad Agrigento, ed è altrettanto grave che non siano state previste misure che possano togliere la facoltà di attestare la conoscenza della Lingua italiana ai CTP che dovessero agire male.
Inoltre, nelle verifiche "fai da te" che il decretuccio prefigura, l'immigrato non troverà nessuno stimolo per investire con responsabilità nella Lingua italiana.
Lo scenario che prospetta questa norma mi sovvien antichi ricordi personali, da extracomunitario elvetico e bilingue, ma aldilà dei ricordi è sommamente probabile che danneggerà i cittadini, tutti.

(1) L'italiano è una delle prime quattro lingue più studiate al mondo, in alcuni Stati risulta la seconda lingua di studio.
Fonti: Wikipedia, Italiano 2000, Ministero degli Esteri

a cura di Giuseppe Simone
segreteria comitato per la difesa e la promozione delle scuole serali pubbliche